basta che non aprite l’acqua….
Ciak ci ha provato e gli è piaciuto… ma invece di riportare il surf a riva come facevano gli altri, lo tirava verso casa nostra, per la serie "il surf è mio e deve stare davanti al mio molo !!!"GUARDA IL VIDEO
La decisione di prendere un 2° golden è arrivata dopo aver scalato una montagna di dubbi.
La mente mi diceva NO e anche il cuore perché non è che sentissi un desiderio impellente di un altro cane.
Il primo mese non cambiai idea…
Poi, mentre Paolo cominciava a trovare le persone a cui dare i cuccioli, il desiderio si mosse lentamente, ostacolato da molti dubbi. Andavo a vederli e rimuginavo tra tentazione e paura. Predominava la convinzione che fosse impossibile gestire 2 cani da sola. E poi mi arenavo pensando alla reazione di Ciak, forse non contento di un altro peloso tra le zampe… In genere sopportava i suoi simili ignorandoli, si vedeva bene che nella sua testa c'era un solo pensiero: ma quando se ne vanno ?!
Non so come, ma decisi che avrei raddoppiato quando mancavano una quindicina di giorni al compimento del loro 2° mese. Decisi, anche se ancora mi chiedevo se stavo imponendomi un desiderio che non sentivo o se questa follia fosse un’apertura alla novità.
Decisi, come altre volte ho fatto, mettendo da parte i timori razionali. Con un semplice “perché no” e il bisogno di mandare all’aria tutte le ragioni che a volte ti imbrigliano e ti fanno perdere delle occasioni di vita.
Decisi e forse la spinta finale me la diede la gioia per una figlia di Ciak…
Nel febbraio 2002 andai dai cuccioli per scegliere una femmina. Ero indecisa tra 2, una più piccola e chiara, la seconda più grande e scura. Forse fu la piccola macchia bianca sulla fronte e quella scura sulla lingua ad attirare la mia attenzione verso la seconda cucciola.
Ecco Mousse il giorno del suo arrivo nella casa al Lago di Vico, con babbo Ciak che sta pensando “E questa chi è ? Chi l’ha invitata ? E soprattutto, quando se ne va ?”

All’inizio ho fatto l’errore di lanciare dei sassi per invogliarlo ad entrare nel torrente e lui li andava a cercare immergendo il muso nell’acqua.
All’inizio ne aveva paura e si ritraeva quando l’acqua arrivava sulla spiaggia. 

Il giardino era separato dal lago da un cancello e i primi mesi Ciak restava fermo lì per ore, in attesa che lo aprissi. E quando era il momento gli dicevo "bagno?" e lui cominciava a saltare da tutte le parti, abbaiando di gioia e lanciandosi come un missile in acqua.

Quest’anno, a 11 anni, Ciak sta aspettando con ansia l’apertura della stagione balneare...